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“Starlight Station” di Roberta Corregia
L'orizzonte
potrebbe essere indagato come se fosse la carta di una pagina: un
futuro da colmare, lo spazio di un'eco, un cielo da conquistare. Ciò
che vediamo, purtroppo, è soltanto lo strato iniziale, nella
sbiadita stabilità di un quadro. Occorre percorrere il cammino, per
percepirne tutte le profondità: affrontare il viaggio e terminarlo.
L’occhio
è, in contrapposizione, una nube in prospettiva, uno sciame di
nostalgia: riflessi dell'ambiente circostante dispensano i personaggi
in scena da ogni responsabilità. Se non fosse così, l'isolamento
sarebbe tempesta, perché la parola è relazione. E tradirsi
significherebbe soltanto apporre un'immagine isolata e inautentica
tra se stessi e il mondo, indirizzare il proprio speciale messaggio a
tutti o a nessuno...
Ivan
Fassio
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