su “Occidente, Oriente”, di Sarah Bowyer
Interrogarsi sulla storia significa acquisire la consapevolezza dei continui mutamenti di significato dei segni, delle stratificazioni interpretative di metafore, simboli, miti. L'intervento del singolo è valore aggiunto e strumento conoscitivo all'interno di strutture archetipiche, riconosciute e condivise: sasso gettato nel lago dell'umanità.
Alla luce di questi limiti, come immagini di modernariato in movimento tra Oriente e Occidente, i nostri messaggi, dinamici o secolarizzati, perdono lentamente il loro valore odierno per riconquistarsi una sacralità. Del loro contenuto potrebbero restare, col passare del tempo, soltanto le tracce del verbo, il segno dell'urgenza e, infine, la testimonianza di una necessità.
Il nostro compito nel presente rimane, così, la rivelazione dell'inespresso: cercare risonanze dell'animo e, da queste, ricreare sensazioni. Affidare questi esercizi ad una libera arte di rappresentazione, che riesca a fondere astrattismo e figurazione, equivale a comporre una musica: escogitare fluide armonie laddove ristagnavano inestricate suggestioni o pesanti cumuli di parole.
Alla luce di questi limiti, come immagini di modernariato in movimento tra Oriente e Occidente, i nostri messaggi, dinamici o secolarizzati, perdono lentamente il loro valore odierno per riconquistarsi una sacralità. Del loro contenuto potrebbero restare, col passare del tempo, soltanto le tracce del verbo, il segno dell'urgenza e, infine, la testimonianza di una necessità.
Il nostro compito nel presente rimane, così, la rivelazione dell'inespresso: cercare risonanze dell'animo e, da queste, ricreare sensazioni. Affidare questi esercizi ad una libera arte di rappresentazione, che riesca a fondere astrattismo e figurazione, equivale a comporre una musica: escogitare fluide armonie laddove ristagnavano inestricate suggestioni o pesanti cumuli di parole.
Ivan Fassio
Sarah Bowyer, Occidente Oriente |
Grazie Ivan, ottimo scritto!
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