martedì 20 agosto 2013

Approdare alla Deriva

Riccarda Montenero, dalla serie La Voie des Sans-Papier

a Riccarda Montenero

Di contraffazione i dirupi plasmavano cartacee ondate,
Mentre putridi impasti carnali asciugavano al nero calore
Del vento disciolto nel sole – all'ora di ieri – rimescolato.
Senza fiato, né lineamenti, si componeva la donna ferita
Nel semplice luogo da bende sorretto: l'indicazione di un dove.
Un alito esterno, sofferto e staccato, manteneva la vita.

Da altre terre spirava quel canto, che più non s'udiva,
Da umide sponde gemeva, forzata, la frazione riproduttiva.
Qui, soltanto, la copia recitava dell'uguale l'identica parte.
L'uomo animale attraccato, stordito e spossato,
Attendeva la falsa speranza dell'allevamento.

Martelli in disuso esplodevano l'ustione dei sensi
Sulla spiaggia arroccata che non esisteva:
L'olfatto tagliava la lingua alla vista.
Dall'orecchio di forbice dell'abrasione,
I polpastrelli stringevano suoni intonati alle palpebre.

Dolore! Accordare e scordare: quel tanto d'oblio ritornava – sei volte –
Con gli occhi alla mente. Povero umano, taciuto nel sacco!
Accasciata, la negra sirena esibiva un foglio di via,
E la valigia, gettata dal porto, scivolava in crepe inaudite:
Di cornucopie meridionali le reti pescavano spurghi.

Si fece una notte, arredata con garbo, per l'elettrica luce:
Da un golfo, ridotta allo spasmo, bollì la risposta, ignorata,
All'enigma segnato da trinità: mai sette furono i giorni!
Scivolò dal sipario il palco allestito, l'uncino di ferro s'arrugginì...
E al silenzio di tomba l'effigie sinuosa ristette, tra sbarre ossidate, a tacere.


Ivan Fassio

Riccarda Montenero, dalla serie "La Voie des Sans-Papiers"