su Gaia, di Giovanna Giachetti
Non è soltanto la nostra
maschera, quella che noi vediamo, quando ci guardiamo allo specchio o
ci incontriamo. Perché, se levato, il trucco non ci assomiglia più?
Perché, se potessimo abbandonarlo, il travestimento perderebbe,
paradossalmente, proprio le nostre sembianze, come se stesse
rimpiangendo un'anima?
Ne abbiamo solo una
flebile intuizione, ma ne siamo certi: senza un'essenza, la nostra
apparenza si trasforma in un frivolo orpello, in escrescenza carnosa
inapplicabile, in un'orma odorosa e, infine, in una traccia
abbandonata. Diventa simulacro, abbozzo che riformula un linguaggio.
Da qui, un'inedita sostanza si concretizza, si crea allo stesso modo
in cui si produce un'opera d'arte – inutile eppure espressiva,
opaca eppure rivelante: siamo noi questa nuova materia, quest'impasto
contrastante di visione e memoria...
Ivan Fassio
Giovanna "Giogia" Giachetti, Gaia, 2012 |
bello :-)
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