Nathaniel Katz, Getting inside my computer, photo by N. Ruzica Korosec |
Un'indagine
attraverso esaurimento di schemi collaudati e creazione di nuovi
significati. La prima edizione del festival torinese dedicato alla
promozione e alla diffusione della Performance Art ha saputo gettare
uno sguardo approfondito sulle tendenze avanguardistiche italiane e
internazionali
L'arte esce dal
supporto che la imprigiona per scavalcare la linea della
rappresentazione ed entrare nell'esistenza. In tutti i suoi aspetti
più problematici, l'azione performativa si pone sempre come
strumento d'avanguardia capace di portare all'esaurimento i più
consolidati schemi spettacolari e di fruizione artistica. Da questo
svuotamento, le radici di soluzioni future possono riattecchire,
attingendo nutrimento da momenti di interazione tra artisti e
pubblico. Questa attività congiunta dà luogo a forme di
cooperazione, genera conflitti e ha come effetto la costruzione e la
condivisione di nuovi significati. La prima edizione del festival
torinese dedicato alla promozione e alla diffusione della Performance
Art contemporanea, a cura di Manuela Macco, ha saputo gettare, in
questo senso, uno sguardo approfondito sulle tendenze
avanguardistiche italiane e internazionali.
Chiara Curinga - Erica Fortunato, Soledad, photo by N. Ruzica Korosec |
Soledad
di Chiara Curinga e
Erica Fortunato presenta
una particolare riflessione su solitudine e solidarietà. Le
due performer inscenano, a turno, due movimenti votati allo
sfinimento. Tale annichilimento pare riferirsi non soltanto ad
un'analisi sociale, ma al più vasto ambito dei contenuti
estetici e della valenza comunitaria dell'operazione artistica.
Nathaniel Katz
focalizza il suo lavoro sul rapporto individuale con tecnologia e
società. Nata nei termini del racconto personale, la
performance si offre come scambio, dono, insegnamento da tramandare.
Getting inside my
computer è
una riflessione sulla coscienza del proprio corpo in contrapposizione
all'esistenza contemporanea, inevitabilmente immersa negli schemi
informatici. Il duo
Arrivsceccarelli, con
Veglia di Compleanno,
propone una riflessione altrettanto tormentata sul presente. Una
sorta di teatro della crudeltà indaga i confini tra convivenza
e violenza, generosità e prevaricazione.
Paolo Angelosanto |
Manuela Centrone permette
ai colori di agire nella performance EStasi.
Stendendoli, goccia a goccia, con una siringa su tre fili sospesi in
orizzontale a diverse altezze, la performer lascia che essi cadano
creando particolari suggestioni sui fogli sottostanti. Burçak
Konukman, dalla Turchia, agisce
violentemente su scatole di cartone in Hierarchy
of Pyramid.
Gli strumenti della sua performance vengono piegati fino a poter
entrare in un sacco. Una riflessione sul ruolo dell'artista nella
società consumistica sembra scaturire da un'azione bizzarra,
incentrata sul sofferto versante dell'introversione. For
Love Only for Love di
Paolo
Angelosanto
sembra ricreare una distanza tra gesto estetico e percezione comune.
Nella
sezione video, Guido Salvini,
con Prova
di Resistenza,
inquadra una mano che tenta di scrivere l'articolo 21 della
Costituzione Italiana, mentre un'altra mano cerca ossessivamente di
impedirglielo. Michela Depetris,
con Let the Sunshine,
si interroga in termini tanto concreti quanto psicologici sulla vita
biologica. La sua ricerca analizza il tempo vissuto come mera
respirazione, riportando al grado zero la dialettica tra
rappresentazione e pura esistenza.
Ivan Fassio
T.P.A.
08 / 11 giugno 2012
Torino Performance Art
Cittadellarte-Fondazione Pistoletto,
Biella
Green Box / Studio Stefano Giorgi /
Accademia Albertina di Belle Arti, Torino
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