B. Donzelli, Mano di G. de Chirico, Mano di M. Sironi, Studio Fornaresio |
La serie delle mani, che possiamo
osservare allo Studio Fornaresio di Torino, pone l'accento
sull'importanza del sigillo irriproducibile che garantisce la
validità dell'opera
Nell'opera di Bruno Donzelli, il
piacere della citazione e l'attenzione alla memoria sono strettamente
legati alla necessità di lasciare una traccia lungo il percorso
artistico, in modo da poter sempre ritrovare una strada del ritorno,
una via d'uscita al gioco dei riferimenti. Come in una favola
postmoderna o in un esercizio di stile, a giocare le parti dei
protagonisti saranno le strutture narrative, gli elementi archetipici
dell'intreccio, i moduli ricorrenti del racconto. A questo proposito,
già nel 1967, Enrico Crispolti introduceva così l'artista:“È
decisamente fabulistico il narrativo di Donzelli: anche la favola è
confitta nello spessore del nostro orizzonte quotidiano, del quale
intende offrirci la compresente varietà e le molteplici
diramazioni.”
Il suo cammino prende le mosse da una
sorta di confortante ornamento della sofferenza, in cui i colori e lo
sfarzo del circo trattengono le lacrime della tristezza di fondo. La
serie di Ormare, in cui i
temi dell'impronta e del calco si affacciano su un bizzarro crogiuolo
inventivo e dissacrante di rimandi, segna, a partire dagli anni
Ottanta, un punto fermo all'interno della poetica dell'autore. Il suo
sistema inscena una particolare fagocitosi, che tende ad inglobare e
a trasformare un concetto fino a poterlo riproporre secondo codici di
lettura originali. La citazione, tanto verosimile dal punto di vista
iconografico da sfiorare l'idea del falso, sarà giustificata dalla
capacità combinatoria, dalla coniugazione e ridistribuzione dei
tasselli ricorrenti di un racconto personale.
Superato
il confine dell'irriverenza e oltrepassato il limite sacrale della
produzione artistica, Donzelli si interroga sulla possibilità di un
ritorno all'unicità dell'esperienza estetica. La serie delle mani,
che possiamo osservare allo Studio Fornaresio di Torino, pone
l'accento sull'importanza del sigillo irriproducibile che garantisce
la validità dell'opera. Nelle tele Mano di Giorgio de
Chirico e Mano di
Mario Sironi, Donzelli stampa
una mano, a testimonianza del grado di autenticità dichiarato dal
titolo sottosatante, anch'esso parte integrante dell'operazione
artistica. Allo stesso tempo, il palmo aperto indica un divieto,
segnala un impedimento per lo spettatore, un'impossibilità di
varcare la superficie della tela. Salvaguardare un residuo estremo di
sacralità dell'arte sembra essere il nuovo gioco dell'autore. Dopo
aver indagato audacemente i campi della riproducibilità di schemi e
modi, Donzelli ritorna sui propri passi per mettere in discussione,
ancora una volta, il concetto di identità unica e irrisolvibile.
L'intenzione dell'autore pare essere la lettura della storia
dell'arte seguendo i moduli di una struttura fiabesca, in cui il
cammino dei personaggi si muove liberamente tra passato e futuro, in
scenari senza tempo, in luoghi tanto lontani da essere possibili.
Ivan
Fassio
STUDIO FORNARESIO
Via Le Chiuse, 1/a - 10144 - Torino
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