Una
progressione auto-modulatoria di atti generativi può essere
declinata nella completa molteplicità delle formule contemporanee:
dalla bidimensionalità informale alla matericità del rilievo, dalla
monumentalità dei totem
alla complementarietà
di elementi a incastro, passando attraverso la serialità
accattivante della comunicazione di massa e arrischiandosi in una
vera e propria contaminazione fotografica e video.
L'inizio,
inteso come concetto uniformante, sembra essere il motore eternamente
attivo, un enzima capace di omologare ogni intuizione all'interno di
una trama pre-testuale.
Smalti e vernici, acrilici, catrame e cemento si amalgamano in un
dettato sospeso tra progettualità della costruzione, gestualità
liberatorie e casualità preventivate.
Perennemente
in partenza, catturata sul nascere, l'immagine è riproposta in
cattività, distaccata e scissa. Vivendo la nostalgia dei luoghi a
cui idealmente appartiene, essa si rinnova in tre distinte
dimensioni. Indugia, come vibrazione e reazione tra luce e carne,
nello spazio, impercettibile e paradossalmente corporeo, posto tra
iride e retina. Si muove, per mezzo di attori estraniati, nella
vorticosa tempesta del progresso: la catastrofe inevitabile, tragica
soluzione dell'evoluzione e dello sviluppo. Permane nella zona
dell'illusione, in un'incessante macchinazione cerebrale che ne
rivela, instancabilmente, il processo di corruzione e conseguente
rinascita.
Ivan Fassio
Davide Binello, FEAR |
Davide Binello, Genesi Cosmica 308, Male & Female |
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