Gli
approdi dell'intuizione, a cui le potenti imbarcazioni della ragione
non riescono ad attraccare, sono sabbiosi, cangianti, franosi.
Fragile, lo scoglio di queste rive è frangibile e friabile. Se anche
volessimo stabilire una posizione per gettare le fondamenta di un
molo, nessuna bitta potrebbe essere fissabile... Con un orizzonte
tanto mutabile, allo stesso modo, sarebbe comunque vano ed
impossibile invertire la rotta. Occorre navigare a vista, esplorando
le continue trasformazioni della costa, osservando stupiti le
metamorfosi del paesaggio, rispetto alle indicazioni ormai obsolete
delle carte nautiche a nostra disposizione.
La
facoltà dell'immaginazione ci guida, paradossalmente, tra le
correnti della realtà. Così conosciamo il mondo: nell'applicazione
giocosa di strumenti improvvisati, nella creativa immedesimazione in
dinamiche perennemente correttive ed evolutive. Percepiamo il nostro
corpo e la società: abbozzando, attraverso pretesti, il
congiungimento di noi alla componente biologica o relazionale.
L'appiglio
di appoggio per ogni nostra operazione, una volta utilizzato, si
ripresenta come residuo. Possiamo decidere se gettarlo a mare, o se
riutilizzarlo come un'ancora per incanalare, intorno ad esso, le
energie per la creazione di una nuova disciplina. Conseguentemente
alla nostra scelta, l'oggetto sarà ammirabile in lontananza, nella
completezza della propria maturata inutilità. Oppure rappresenterà
soltanto l'occasione per continuare ad imparare, leggendo l'universo
nelle pieghe di ogni momentanea mancanza ed imperfezione... La scorza
della natura sarà sempre intaccabile dalla forza dell'inventiva. Si
riformuleranno i nostri tratti su diversi piani, in una finzione
necessaria alla comprensione dell'interiorità. La quotidianità si
rinnoverà su un disegno inedito: schizzo per un progetto di
superiore qualità.
Ivan
Fassio
Mara Chemini (MARAKE), Pezzi di Me |
Mara Chemini (MARAKE), Momenti Residui |
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