Uno dei testi presenti nel catalogo Skira per la mostra Ezio Gribaudo e il Concilio Vaticano II. Tra l’Imperatore Santo e Papa Wojtyla curata da Paola Gribaudo e Ioannis Kantzas a San Mauro Torinese. Tra gli autori, Cesare Zavattini, don Andrea Pacini, Albino Galvano, Luigi Carluccio, Martina Corgnati, Andreina Griseri, il Cardinale Francesco Coccopalmerio...
Ezio Gribaudo, Atenagora e Paolo V |
Può
l'allusione, nella propria accezione etimologica di gioco di rimandi,
ergersi a modalità artistica totalizzante, a soluzione uniformante
per ogni pratica estetica? Applicando questo metodo, le immagini e le
situazioni create rappresenterebbero i neutri e immacolati risultati
di una speciale ricerca metafisica. Questo tentativo si imporrebbe
nell'ambito di svariate categorie: onirismo e gestualità, simbolismo
e figurazione, astrazione e misticismo.
Portando
la sperimentazione alle estreme conseguenze, gli esiti potrebbero
riappropriarsi problematicamente della sfumatura critica presente nel
significato del verbo 'alludere'. Non solo acuto riferimento o
citazione indiretta, sottile riecheggiamento di un contenuto o di una
forma, ma, più dinamicamente, messa in discussione, richiamo
dialettico all'essenza di ogni argomento. L'esperienza artistica si
porrebbe, in questo modo, come domanda tautologicamente infinita,
eterna mise
en abyme,
atto retorico perpetuo.
Capace di riproporsi sempre rinnovata e attualizzabile nel tempo,
l'opera sarebbe assoggettata soltanto alle intrinseche
caratteristiche archetipiche, che ne garantirebbero resistenza e
adattabilità al perenne progresso del linguaggio.
I
Simboli
del Concilio
di Ezio Gribaudo, inscenando un vero e proprio pellegrinaggio,
raccolgono le tracce dell'intera cultura occidentale: a partire dal
substrato grafico e alfabetico della pittura di Giotto e dal
tonalismo Cinquecentesco di scuola veneta, le figure sono filtrate
attraverso particolari e stranianti riletture dell'Umanesimo.
L'Illuminismo è immortalato nella sua matrice di conquista
ecumenica, rapporto evolutivo tra scienza e fede, tra speculazione e
convinzione intima. Le fenditure e gli allontanamenti concettuali
dallo spazio di rappresentazione, tratti in salvo dalle rapide delle
avanguardie, sono ricollocati in circolo sulla tela, in
un'interiorizzazione pacificata di elementi rivoluzionari. Gli
esercizi barocchi, i cromatismi e la sacralità ieratica delle volute
consentono al messaggio di involarsi verso rive di levante: mosaici
bizantini illuminano una nuova alba dell'evangelizzazione. L'aurorale
pretesto dell'Oriente si presenta come punto di fuga per un'esausta
prospettiva occidentalizzata, cristallizzata nei concetti di
autorialità, individualità, storicizzazione. Mitre cardinalizie,
paramenti e indizi del potere temporale transustanziano in simulacri,
per ritornare, definitivamente, pesci, pane e vino, arcaiche effigi,
decorazioni paleocristiane... Archeologici fregi sono riformulati per
l'occasione in una fruttifera dicotomia tra iconografia e
iconoclastia. La Chiesa è colta, così, in un plausibile percorso di
ritorno ad origini comunitarie, nella completa rivalutazione delle
radici apostoliche. Le lettere di una lingua assoluta prendono vita:
grafia universale, esperanto concreto, ibridazione ideale tra parola
e figura.
Il
passaggio obbligato attraverso la riduzione dell'immagine in una
sorta di scrittura segnica era già stato individuato nei testi di
Giuseppe Marchiori del 1964. Il critico intuiva, in contrasto con
l'opera di Sergio Vacchi, una definizione della sensualità che
esulava dall'esplicitazione carnale per farsi momento grafico
spirituale: anima della comunicazione. Nello stesso anno, infatti,
l'artista bolognese pubblicava, per le Edizione d'Arte Fratelli Pozzo
curate dallo stesso Gribaudo, il proprio catalogo di tele intitolate
al Concilio. Enrico Crispolti, che aveva dedicato intense pagine
all'espressività sensuale di Vacchi avvicinandolo alla tesa e scarna
prosa di Samuel Beckett, riconosceva ai simboli di Gribaudo,
distanti dalle opere del primo per stile e tematica, un autentico
impulso elegiaco, un'originale riflessività sognante e distaccata.
L'emotiva
partecipazione che Andreina Griseri notava nell'indagine di inusitati
anfratti della fantasia si accompagnava idealmente con la positiva
riscoperta della linea arginante, del tratto realizzato a punta di
pennello, che Albino Galvano consigliava come singolare rimedio alla
pittura informale. Un tentativo di rinascimento umanistico nel pieno
degli Anni Sessanta? La formulazione diaristica e il fremito
pulsionale abbozzano gli affetti senza proporne una copia definita,
alludendo ad una volontà di rielaborazione teorica personale e
collettiva. Nel confronto con il Concilio
Ecumenico Vaticano II,
tenutosi dal 1962 al 1965, la cronaca si insinua nel taglio
introspettivo, nel dettato intimistico. L'accenno all'attualità,
alla rilevanza storica dell'evento, si palesa in filigrana, in
laminate presenze, in misurate intuizioni. L'esplosione del colore
non attende: è preventivata nel tracciato. Anche dopo mezzo secolo,
allo stesso modo, la vena di ispirazione potrà vagare da un'opera
all'altra, gioiosa e stimolante, coinvolgente per ogni aspetto
dell'esistenza e del sapere, del passato e del presente. Negli omaggi
a Giovanni Paolo II, a Benedetto XVI, al Cardinale Carlo Maria
Martini, la creazione si ritroverà certa della propria libertà,
perché conscia della scelta compiuta, della decisione necessaria.
Aprire alla modernità, ripartendo dal Concilio – come recentemente
affermato da Papa Francesco in un'intervista a Eugenio Scalfari –
potrà essere il correlativo etico e sociale di questo dominio di
emancipazione: destino comune al linguaggio dell'arte, della
filosofia e della religione...
Ivan
Fassio
Domenica 8 dicembre 2013, alle ore 17,30 nel Palazzo Comunale di San Mauro Torinese, in via Martiri della Libertà 150, viene inaugurata la mostra d’arte contemporanea “Ezio Gribaudo e il Concilio Vaticano II. Tra l'Imperatore Santo e Papa Wojtyla”, a cura diPaola Gribaudo e Ioannis Kantzas, che resterà aperta al pubblico nella Sala Conferenze del palazzo fino al 26 dicembre. Ingresso gratuito. Orari: dal lunedì al sabato 16 - 20, domenica 11 - 12
Ezio Gribaudo e il Concilio Vaticano II, Skira, 2013 |