sabato 21 settembre 2013

Divenire Alterità

su La Sirena, di Marco Seveso

Contemplare il mio aspetto, dall'alto dei miei occhi, e farmi specchio di me stesso, chinando il capo verso terra, scendendo fino ai piedi. Prendere coscienza di non possedermi mai, ma di riformularmi autenticamente: un tutt'uno fisico, simbolico e mentale. Abolire ogni speculazione ed affidarmi ai sensi e al flusso dei pensieri, presentandomi alle moltitudini che dimorano in me, salutando soddisfatto le infinite e continue possibilità di cambiamento, vedendomi divenire alterità: mutante meccanismo di significazione.
Per entrare in questo circolo vizioso, soltanto un sogno poteva estraniarmi così tanto. Sconosciuto a me stesso, nel sonno, germogliavo bulbi dalla cornea, viravo imbarcazioni sulla bile, applicavo una sirena assordante sul mio tatto. Appendendo tre gocce di rugiada alle mie orecchie, stappando la materia cerebrale dall'imboccatura del torace, obbligandomi a nuotare in una vasca troppo stretta, mi immergevo nel mio corpo e, come un pesce fuor dall'acqua, dilatavo incredulo le branchie, nell'affannosa ricerca del mio sangue...


Ivan Fassio

Marco Seveso, La Sirena, olio su tela, 2003

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