domenica 5 aprile 2015

L'Arte e la Primavera

Una Ballata in Tre Strofe per Rossana Campo


La bellezza dell’età di giovinezza è un po' una primavera: il vento forte rovescia il verde delle foglie. Dando il dorso, queste rivelano dell’albero un lato misterioso: che pare bianco di paura... Questo percepivo nell'infanzia e, più avanti, nell'adolescenza: allora, era dura introversione, quando vivevo in piena campagna, nell'inquieta incoscienza di ragazzo...

Due settimane fa, al Caffè degli Artisti di Torino, mi s'avvicina una bambina di tre anni. Mi dice del suo sogno di strozzare il fratellino e farlo a pezzi. Mi parla della morte: si prenderà cura del cadavere condendolo col vino, un po' di zucchero, le violette del pensiero, per infornarlo, infine, a mo' di sepoltura. La cottura durerà il tempo d'un funerale, d'una processione. Il piatto, presentato in tavola tutto bruciacchiato, farà ridere! Dell'amore la bimba non racconta. Se, incuriosito, chiedo spiegazioni, fa una smorfia e si pulisce la bocca, si stizzisce. Bleah, che schifo!
I corpi, a quell'età, sembrano fatti per essere indagati, con quel misto d'interesse e repulsione: l'erotismo. I peli ed i capelli, perché li possediamo? Se ci sono già gli ombrelli e i pantaloni, sarebbe ora d'emanciparsi e farne a meno. A che cosa serve un mignolo? Quale mistero s'annida negli organi che abbiamo?
Io vago con la mente: “Da ragazzo amavo l'arte e la scrittura, ma non subivo ambienti soffocanti intorno a me: sapevo respirare, raccontare, colorare! A Torino non so stare, vorrei un evento nuovo, innocente, un'esposizione personale!”... e penso ad una mostra di dipinti creati dai bambini, intitolata “Corpi crudi, corpi cotti”, da presentare in galleria, sul valore delle pance e delle braccia, sulle case e l'abitare, sui fiori senza nome, sulle rose e sulle viole: le più riconoscibili e facili da ricordare.

Per coincidenza, il giorno dopo, Emanuela mi invia un testo su Rossana Campo. Mi ricordo, rileggendolo, che per scrivere e inventare c'è ancora chi utilizza le emozioni. C'è ancora chi si avvale di grammatiche istintive, ricavate dalla propria biologica esperienza, nativa e personale, per indicare con stupore la zona sottostante alla superficialità dell'ordinario, per immergersi nel flusso della civiltà contemporanea e ripescare dal fondale la libertà dell'uomo puro. Rossana Campo non disegna come una bambina, ricorre all'immaginario sorgivo dell'infanzia – che in sé tutto contiene: la nascita e la morte, gli incontri ed i rapporti, il timore e la speranza – per filtrare nei colori la forza di una semplice domanda: il perché dell'esistenza. Allora, prima di iniziare uno scritto su queste opere empatiche e perturbanti, ironiche e sincere, ho deciso che andrò a Genova, in una sera d'aprile, per osservarle alla Galleria Pinta, con la scusa dell'arte e del vento di primavera...



Ivan Fassio




martedì 20 gennaio 2015

P R E L U D I O A U R O R A L E

Esposizione Combinatoria a cura di Ivan Fassio
Coordinamento di Pintapiuma

Con Paola Bisio, Alessandro Cavalli, Giovanna Cavallo, Jean-Paul Charles,
Walter Di Giusto, Agnese Gem TS, Tiziana Inversi, Bartolomeo Migliore, Bruno Repetto,
Roberta Toscano, Max Valle


Inaugurazione: sabato 23 gennaio 2015, 18:00
fino al 23 febbraio
dal martedì al venerdì: 16 - 19
Galleria PINTA
Via Borgo degli Incrociati, 72 rosso
16137 Genova


Scrivo questo testo prima di essermi svegliato, nella pausa tragicomica inscenata dall'insonnia. Mi rendo conto, rileggendolo, che è banale, inattuale. Non c'è niente di vero in ciò che viviamo, tranne l'asincronia necessaria che siamo in grado di ignorare. Allo stesso modo, niente è plausibile nelle situazioni che sogniamo: magica illusione, indispensabile scissione. Appesi alla noia che dissimuliamo, attendiamo ignari. Nulla ci dobbiamo aspettare da nessuna visione. Realtà è davvero sperare, superare il fenomenico: l'insorgere fàtico dell'umore animale: dobbiamo dire.
Questo preludio aurorale è l'emersione dal limite esistenziale, dove ciò che si chiede equivarrebbe a dare, quando ciò che si chiude converrebbe aprire... Non lo sappiamo e non lo sappiamo fare... Ordiniamo da una situazione iniziale, profittatori affamati alla mensa del signore: siamo stati bene e male, siamo in una condizione da salvare. Qui ci aggrappiamo con unghie insanguinate, ad una tavola che crediamo imbandita per la nostra vita, per la nostra consuetudine appagata. Uniche meraviglie destinate alla presenza, costrette a testimoniare, in dolce affanno alla vista del mare, in trepidante e ingannatrice commozione, per il triste malanno dell'inquietudine... Quando mai i tempi cambieranno?
Quando saremo capaci d'inventare!


Ivan Fassio
Paola Bisio per Preludio Aurorale, Il Tappeto Volante

Jean-Paul Charles per Preludio Aurorale