Severino Magri, Trasfigurazioni |
Fino al 22 Aprile, alla Chiesa della Confraternita di Trana (TO).
Per Severino Magri, interrogarsi sulla storia significa acquisire la consapevolezza dei continui mutamenti di significato delle parole, delle stratificazioni interpretative di metafore, simboli, miti. L'intervento del singolo è valore aggiunto e strumento conoscitivo all'interno di strutture riconosciute e condivise: sasso gettato nel lago dell'umanità.
L'opera d'arte è, in questo senso, strumento di crescita spirituale. Indipendente dalle dinamiche della storia, l'artista ne accoglie le stratificazioni. L'intenzione è quella di rappresentare sensibilmente, in primo luogo, gli interstizi, i momenti di pausa, gli spazi creati dal respiro del tempo. Zone dell'abbandono: la distanza tra l'occhio e ciò che è visto, il fruscio di un velo che si scolla, l'oscurità frapposta tra il viandante e la sua ombra.
A guidare la ricerca, saranno l'atto mimetico nei confronti di piani di realtà sempre più profondi e lo sforzo di testimoniare l'attimo in cui i sensi prendono vita.
Applicando questo sguardo alla storia delle idee, ad effigi sedimentate nella memoria, all'etimologia dell'immagine e dell'esperienza, l'artista acquisterà la capacità di trasfigurare ogni aspetto del reale. Estrapolare figure ricorrenti e lavorare sui significati collettivi e individuali, lasciandosi trasportare dalle infinite suggestioni di ogni interpretazione, diventerà un vizio, una modalità estrema di conoscenza. Il catalogo che ne risulterà, sarà infinitamente rinnovabile in profondità. Una sorta di coscienza verticale elaborerà un piano di analisi ad ogni scavo.
La mostra Trasfigurazioni, visitabile fino al 22 Aprile alla Chiesa della Confraternita di Trana, propone un'installazione di tre grandi opere. Ispirati a classici del passato, due dipinti e una scultura sviluppano un discorso che investe lo spirito e la materia di cui è costituita la nostra percezione. Osservo la Deposizione di Cristo è rivisitazione della Deposizione di Cristo (1602 – 1604) di Caravaggio. La tragica diagonale, in cui i persoaggi sono drammaticamente raffigurati, è ripercorsa attraverso un cono d'ombra, disgregata dalle presenze estrapolate dalla prospettiva.
Tra Pelle e Cuore è tela ispirata al Diluvio Universale di Michelangelo (Cappella Sistina, 1508 – 1509). Illusione della salvezza e paura si amalgamano in una sensualità oscura e affascinante. Come radiografia, l'opera lascia emergere le basi della nostra emozione.
La scultura, infine, è libera interpretazione e, insieme, visione periferica di un'opera di Henri de Toulouse-Lautrec. Rielaborazione plastica di suggestioni impressioniste, un cesto di frutta si staglia come un'illuminazione, dorata coscienza dell'infinità delle nostre interpretazioni.
Ivan Fassio
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