Gianni Ottaviani, Archeopatia |
A cura di Gianni Ottaviani, con i preziosi contributi di Grazia Chiesa e Mariana Paparà, la mostra collettiva sarà visitabile alla Galleria Aripa di Torino fino al 26 aprile e, dal 2 al 7 maggio, alla Fondazione D’Ars di Milano
Per gli artisti
presentati alla nuova mostra collettiva presso la Galleria Aripa, indicare è
ancora indispensabile. Le forme rimandano, tuttavia, all’insondabile e
incomunicabile principio della rappresentazione: l’esistenza. L'elaborazione di
questa rivelazione è strumento espressivo che, a somiglianza del mito,
impasta nella propria trama elementi
desunti da ognuno dei cinque sensi. La
testimonianza dell’arte è accolta
dove ogni segno può diventare lingua, dove ogni differenza può somigliare alla
verità.
L’opera di Gianni
Ottaviani abita le dimensioni del gioco, del rituale e del mito. La creazione
di significato ha una base ludica. L'andamento a ritroso spalanca le porte
all'interpretazione, getta le coordinate per l'immaginazione di una mappa,
l'individuazione di presenze, la finale invenzione di un nuovo mondo.
Per Ida Sacco, gli
ingranaggi dell'essenza sono impercorribili. Tutto ciò che è nascosto,
dall'inizio dei tempi, è il meccanismo della volontà. Struttura arbitraria,
come in una trama della natura: potesse essere studiata da una scienza, le
regole che ne dedurremmo sarebbero assolute.
Mariana Paparà propone
figure archetipiche della difesa. I movimenti delle sue opere conservano, in
superficie, le abrasioni e le ustioni della battaglia. Simboleggiano non
soltanto sopravvivenza, ma elevazione conquistata attraverso prove e
difficoltà: strumenti per riti di passaggio tra rivelazioni e prese di
coscienza.
Per Severino Magri,
interrogarsi sulla storia significa acquisire la consapevolezza dei continui
mutamenti di significato delle parole, delle stratificazioni interpretative di
metafore, simboli, miti. L'intervento del singolo è valore aggiunto e strumento
conoscitivo all'interno di strutture riconosciute e condivise: sasso gettato
nel lago dell'umanità.
Nell’opera di Lorena
Fortuna, la conoscenza opera per due vie. Un approccio razionale ci permette di
riconoscere categorie di pensiero e concetti. Un metodo emozionale e sensoriale
ci avvicina, esteticamente, al mondo. In questo modo, partecipiamo dello
scorrere delle cose e, amandole, ci pare di sfiorare tutto ciò che ci sovrasta.
L’opera di Cosmina
Lefanto affronta il momento della distanza imprescindibile dalla creazione,
dell'abbandono della propria identità, dell'assenza. L'unica presenza certa è
l'allusione simbolica. L'immagine si apre alla molteplicità dei significati,
allo scorrere del tempo, allo sguardo dell'altro.
Le fotografie di Davide Furia rivelano un approfondito
studio dell’immagine in movimento. L’astrazione è un pretesto per riflettere
sulla percezione di forme e colori. Portare alla luce l’inespresso, attraverso
rarefazione e sfumature, è costruire una grammatica delle sensazioni.
Gianantonio Ossani
realizza dagli anni ’70 assemblaggi scultorei con legni o ferri riciclati. Ogni
oggetto, anche se banale o logorato dall’uso, grazie all’intervento
dell’artista recupera la sua valenza estetica con accenti ora ironici, ora
poetici.
Giovanni Leombianchi
presenta serigrafie dai contenuti ecologici. La stilizzazione della figura e la
sintesi degli elementi realistici si aprono ad una forte valenza simbolica e
rivelano un nucleo metafisico. Lirismo e risvolti psicanalitici si consumano in
un serrato gioco dialettico.
Jeannette Rutsche -
Sperya, attraverso l’uso creativo della geometria frattale, esplora la complessità
della condizione umana, il labirinto della nostra interiorità, fino a
relativizzare la centralità dell’ Io nei processi di conoscenza e creazione,
aprendo la propria ricerca all'essenzialità di una dimensione originaria.
Lia Malfermoni presenta
opere in bilico tra insistenza materica e tenuità della rappresentazione.
Immagini archetipiche sembrano scaturire da uno speciale rapporto simbolico tra
strumenti e supporti utilizzati. Opere di massima riduzione formale smontano la
complessa grammatica dell'arte: ci rendono coscienti dell'alfabeto della nostra
percezione.
Antonella Pecoraro
esplora le condizioni e i pretesti di ogni viaggio, reale o virtuale. Giochi di
luce, rarefazioni, prospettive stranianti ci sprofondano alla radice del sogno
e dell'esistenza, dove paesaggio e vita si confondono in un liberatorio
respiro.
Ivan Fassio
Lia Malfermoni, Corpetto, tecnica mista su cartone, 2001 |
Galleria Aripa
Via Bertola 27/i
Torino
orari: dal martedì al
sabato - 14:00 / 18:30 - http://www.aripa.eu/
Fondazione D'Ars
Via S. Agnese 12/8
Milano
orari: tutti i giorni
dalle 16:00 alle 19:30 - http://www.fondazionedars.it/
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