lunedì 3 febbraio 2014

Degli Inferi e del Creato

Nei dedali della creazione, arriva, prima o poi, il momento in cui ci si trova al cospetto dell’assoluto. Tremanti, ubbidiamo: la nostra paura è questa libertà. Un’estasi della necessità incanala nell'oggettivazione ogni testo, immagine, suono – e il labirinto si apre. Non possiamo essere diversi, perché diventiamo ciò che siamo. Sublimando ad arte l’esistenza, condensiamo su marmo, tela, carta, voce: siamo percorsi, condotti, composti.
Allo stesso modo, la natura adempie alle sue regole. Nascita e crescita si susseguono. Una catena stretta di magmi, rocce, terre, piante, bestie, uomo, in cui l’essenza continua a tramare. Acque e sali, cieli e nubi: l’avvenire si svolge al presente, insieme al passato.  È un peccato che il tempo sia appositamente arrotolato, in modo che possiamo percepirne una spira soltanto, di volta in volta. A sua somiglianza, siamo ripiegati e non ci conosciamo. Dall'esperienza derivata per ogni nostra invenzione, intuiamo che un giorno noi stessi saremo forzati, come uno scrigno. L’attimo, in cui lo spazio sarà dipanato e in cui noi saremo risolti, sarà il giorno in cui il mondo sarà creato. Avremo coscienza del contenuto di tutte le azioni, di sensazioni e intenzioni passate e future, per ogni vivente, da sempre, in nostra presenza o assenza. Allora, solo allora, se non sapremo perdonarci, inizieremo a vivere l’inferno…
Ivan Fassio

Andrea Chidichimo, Noè prega Dio, olio su dibond
Andrea Chidichimo, Uomo scartato da Noè, olio su dibond

Andrea Chidichimo, Becco di Animale scartato da Noè, olio e fuliggine su masonite



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