Il
Tempo
La
Meta e la Misura
a
cura di Amalia de Bernardis + Ivan Fassio
con
il Patrocinio della Città di Torino
Cripta
della Chiesa di San Michele Arcangelo
via
Giovanni Giolitti, 44
Torino
Inaugurazione
giovedì 9 marzo 2017 dalle 19.00
fino
al 29 marzo
dal
lunedì al mercoledì 18,30 – 20,30
dal
giovedì alla domenica 11,00 – 13,00
Esposizione
contemporanea di
Silvia
Beccaria, Elisa Camurati, Vanessa Depetris, Cecilia Gattullo,
Paolo
Grinza, Alex Kova, Caterina Luciano, Andrea Massarelli,
Tonino
Mosconi, Flavio Ullucci, Francesca Vignale
Catalogo
Raineri Vivaldelli Editore
Durante
l'inaugurazione, “Ritrosia. Poesie a Ritroso” di Ivan Fassio,
lettura attiva per scala, asse, fotocopie, nastro adesivo, rotolo e
residuo
La
conoscenza si conquista nel tempo, secondo un insieme di modalità
indefinibili con una precisa teorizzazione: si tratta di un pozzo di
possibilità imperscrutabili. Il luogo è oscuro, tenebroso, oppure
di fascino. Dove e come non importa più, in questo fiume
scintillante, agghiacciante, minaccioso, pieno. È sera è mattina,
insieme, per il giorno fantastico, cuore.
Chiudi
gli occhi, addormenta più forte il torpore, schiaccia una miriade di
stelle sotto le palpebre. Sono i sensi che iniziano il sogno, quel
viaggio ritorno ed andata, per la stazione di sempre, a breve durata.
Luci filanti aggrappate al grande esperito, miracolosamente passato,
convesso. È il patto che redigi con gli altri che spinge,
istintivamente, la parte più ascosa di te ad impegnarsi alla vista,
coi tramiti giusti. Intanto, il silenzio rosicchia uno stipite.
L'arte
è così: si parla con sé, mano a mano, in soliloquio fittizio,
seguendo una prassi, una legge non scritta che dice ad ognuno: “È
notte, ci amiamo!”
L'esistenza
non è soltanto un mistero. C'è un linguaggio celato in ogni strato,
in ogni frangente. Questi alfabeti noi frequentiamo. Se siamo
disciplinati, li assimiliamo. Allora, possiamo dedurre delle regole
ricorrenti: biologiche e logiche, sociali e comportamentali,
espressive e creative, comunicative tutte. Se talentuosi, impariamo
ad amalgamare. In questo modo, l'opera è un ingranaggio che gira e
che si sorregge: funziona, serve, unge, si presta.
L'acquisizione
di stile è un atto retorico? La risposta sta nella domanda, punto
interrogativo compreso. Segno, invito, distacco. Non confondiamoci:
pratichiamo questo quesito nella sospensione di una vita temporale,
nella curva dell'evento, setacciando stendendo plasmando con spirito
di cercatori d'oro ed alchimisti. L'intervallo ha rilasciato il
proprio alone: l'incedere è più cauto, ormai, a sapere che si può
rivivere l'intera traversata di passaggio. Avere ricreato la pasta
dell'arte attraverso un nuovo macchinario: pachiderma e corazza,
insieme, telaio ed arazzo. Attendiamo e non aspettiamo il ritorno
d'un uguale lavorìo, costante o momentaneo. Il risultato è questo
ricordo di sé, rievocazione: parte indispensabile al cambiamento,
carburante e dispositivo, nel medesimo tempo, della trasformazione.
Ivan
Fassio
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