martedì 16 settembre 2014

Quasi Monocromo

Nel lontano 1983, Claudio Ruggieri, alias Pintapiuma, era ancora un pittore. Credo che volesse, nel momento di completa maturazione tecnica ed espressiva, rendere cieca ogni opera, negare ogni possibilità di rappresentazione, coprire ogni immagine con la spessa e pesante sostanza dell'esistenza, con la nascosta essenza del sangue.
“Come ogni colore sopravvive privato di qualità in un barattolo, così la nostra linfa vitale vive in un involucro occultante”: questo può pensare l'incredulo spettatore di fronte ai quadri sporchi. Veri e propri dipinti, questi oli emanano, sotto l'apparenza del quasi monocromo, un'impressione di dubbio, un perturbante e fascinoso fremito d'incertezza: il grigio superficiale ed uniforme può contenere, percepibili sensibilmente ad un attento osservatore, tutti i colori dell'iride? Una logica risposta non c'è. È un sentore, che giunge a noi dagli abissi della vista – dalle profondità degli affetti e della memoria –, a farci sospirare: sì...



Ivan Fassio

Pintapiuma, Io sono il Deserto

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