sabato 28 luglio 2012

Anna Valla. Tensione espressiva e ineludibilità del tracciato


A. Valla, Palinsesto n.3, courtesy Studio Fornaresio

In permanenza tra le opere grafiche dello Studio Fornaresio, Palinsesto di Anna Valla ci suggerisce alcune considerazioni su serialità e libertà di scrittura

I segni nascono spontaneamente e si strutturano in ossessive fasce orizzontali. Il linguaggio abbandona un anonimo silenzio, necessariamente. La sua violenza rappresenta l'urgenza della comunicazione, una particolare sensualità dell'espressione scritta. Tanta autenticità è, allo stesso tempo, mediata da una regola inflessibile. L'aggressività dei segni è obbligata ed incasellata in strutture costringenti, in flussi che sembrano compressi dall'azione di campi magnetici.
Iterazione e serialità ordinano un piano di sviluppo che mantiene viva la carica pulsionale e rafforza la suggestione dei colori e del tratto. Già Albino Galvano nel 1981 notava come nell'opera di Anna Valla convivessero queste due tensioni: libertà espressiva e rigida scansione modulare. Comunicando attraverso un ritmo di tracce ripetute, l'utilizzo di un cromatismo corposo e ricco resta confinato al di là della percezione di una estrema libertà di scrittura. Enrico Crispolti, negli stessi anni, insisteva sulla ripetibilità di differenze. Una tale riflessione sull'impossibilità di un'esposizione unita nell'identicità dell'alfabeto fa in modo che si possano percepire gli impatti vitali e dinamici del segno. Scavalcando idealmente l'analisi della struttura essenziale, l'apparato emotivo emerge dalla variabilità delle partiture.
Esempio di una pratica artistica “oltre il concettuale”, avvicinabile ad alcune prove di Giorgio Griffa e Marco Gastini, l'opera di Anna Valla tenta la creazione di una sintesi della percezione e dell'atto espressivo, un concentrato di imitazioni dei sensi. L'intento è l'approdo ad un potenziamento dell'immagine nella sua primaria e fondante capacità di veicolare l'essenza del sensibile.

Ivan Fassio

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