domenica 5 febbraio 2017

Le Età
Il Sonno della Materia

a cura di Amalia de Bernardis + Ivan Fassio

con il Patrocinio della Città di Torino

Inaugurazione domenica 5 febbraio dalle 18,30
fino al 26 febbraio: mar.-ven. 18.30-20.30 / sab.-dom. 17.00-20.30
Cripta della Chiesa di San Michele Arcangelo
Via Giovanni Giolitti, 44
Torino

Silvia Beccaria, Vadis Bertaglia, Andrea Chidichimo, Vanessa Depetris, Luciano Gaglio, Veronica La Greca, Andrea Massarelli, Ester Pairona, Cosimo Savina, Silvia Vaula

Catalogo Raineri Vivaldelli Editore

Scultura, pittura, fotografia, installazioni, tecniche miste per una riflessione sulle età dell'uomo, sull'evanescenza e corporeità della materia, sulla ciclicità di corsi e ricorsi.
Testi dedicati ad ogni artista ed all'allestimento saranno sviluppati in itinere.


Oh, le mie scritture ingranate
Nel circolo delle creature!
Simili a luce, ma eterne,
Si svelano a tutti, donate,
Perché tu possa vederle.

Due poteri ci abbattono, due Soli: la creazione e la libertà. La domanda è un'illuminazione, dove germoglia perpetua un'alba doppia, ugualmente caricata ai poli, calamitata calamità. Se per tremore guardiamo in alto, una risposta sta sugli alberi, quali creature vicine alla perfezione. Al di là delle strutture del labirinto, necessità comunitarie, perplessità di trama, la soluzione dell'artista è, talvolta, il volo. Volontà di scavalcare, cecità consumata, peccato originale. Certo, si deve essere cauti, quel tanto che ci basta e per quanto sempre occorre, ché l'unicità è azione possibile e dovuta. Qui, la pratica è messaggio, mai più stile, bensì passaggio.

Io, come te, ho visto le mete allontanarsi, cedere un passo al secondo nell'allarme dell'esistenza: scogliere del cielo dove ogni istante s'infrange. Tutte le stelle ho ascoltato spegnersi, soffocate su solai ammantati di fieno. L'incendio sciogliersi e la morte rivivere, la fame infinita. Certo, occorre stare così, tanto giovani, perché le nostre braccia non trascinino mai più un'immagine cara. Forse, da qui passa soltanto, di nuovo ed ancora, la sicura eternità dell'umano. Saperlo è esserci, almeno, per quell'attimo cavo: una vita ci basta.

Poi, con la barca a remi
E quella a vela,
L'uomo cominciò a cucire
Le parole sulla Terra,
Scoprendo l'uso della tela.
Per me, che non so nuotare,
Questa Storia è proprio bella.



Ivan Fassio + Amalia de Bernardis

lunedì 12 dicembre 2016

Evento Avvento. GoTo Gallery

Evento Avvento

Esposizione ad Arte

a cura di Antonella Goto







Tina Ciravegna, Marco Corongi, 
Vanessa Depetris, Flavio Fassio, 
Cecilia Gattullo, Tiziana Inversi, Andrea Massarelli, Maria Antonietta Onida, 
Ester Pairona, Gabriele Pino, 
Luna Potenziere, Cosimo Savina


Inaugurazione venerdì 9 dicembre, dalle 18,30. In galleria, fino al 21 dicembre, soluzioni e progetti innovativi legati a incisione e pittura, fotografia e video, artigianato e design, illustrazione e fumetto, arte digitale.

GoTo Gallery
via Giorgio Bidone, 16
10125 Torino
f
ino al 21 dicembre 2016, tutti i giorni dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 19 e su appuntamento


Evento Avvento. Esposizione ad Arte, a cura di Antonella Goto, dal 9 al 21 dicembre 2016 a Torino presso la GoTo Gallery di via Giorgio Bidone 16.
Soluzioni e progetti innovativi legati a incisione e pittura, fotografia e video, artigianato e design, illustrazione e fumetto, arte digitale.
In mostra, a cura di Antonella Goto: l'illustrazione di Gabriele Pino, le tecniche miste di Andrea Massarelli, i porta-foto anatomico-sensoriali di Vanessa Depetris, la produzione eclettica di Ester Pairona, il segno inconfondibile di Maria Antonietta Onida, le eleganti e suggestive incisioni di Tina Ciravegna, i dipinti metafisici di Tiziana Inversi, la pittura e la video-art digitali di Flavio Fassio, i quadri e i singolari gioielli in maizena di Luna Potenziere, le fotografie degli scorci urbani di Marco Corongi, la sinestesia in analogico di Cosimo Savina, le trasposizioni su borse e sciarpe dello stile astratto e onirico di Cecilia Gattullo.


Inaugurazione venerdì 9 dicembre, dalle 18,30
tutti i giorni 11-13 e 15-19
Maertedì 13 e mercoledì 14 dicembre orario continuato dalle 11 alle 16
info: Ivan Fassio 3382270563 ivan.fassio@gmail.com
Antonella Goto 3397898794



sabato 19 novembre 2016

PHOTOSHOT. Fotografia in Posa

PHOTOSHOT
Fotografia in posa

23-24-25 novembre 2016
dalle 17 alle 23
Doctor Sax_murazzi lato sx

a cura di Amalia de Bernardis e Ivan Fassio






Simone Mussat Sartor, Sebastiano Pellion di Persano, Ornella Rovera,
Luciano Gaglio, Roberta Toscano, Armando Riva, Silvia Vaula, AndreaRoccioletti,
Greta Bertino, Cosimo Savina, Isabella Indiesigh, Hermann Reiter, Ester Pairona, Daniele D'Antonio, Gigi Galli, Andrea Massarelli, Vincenzo Bruno,
Adriano Paltrinieri, Migi Catacchio, Rossella Ferrero, Gepe Cavallero,
Marco Lavagetto, Raffaella Dal Toso, Vanessa De Petris,
Roberto Napolitano, Enrico Carpegna, Alex Kova, Fabrizio Bertoldo

Dal 23 al 25 novembre 2016, al Doctor Sax, storico locale sul lato sinistro dei Murazzi di Torino, dove già negli anni Settanta la fucina dell'avanguardia musicale e artistica torinese elaborava commistioni e provocazioni, arriva PHOTOSHOT, libera esposizione di opere di artisti fotografi, per un'elaborazione di un grande scatto di gruppo collettivo nella Torino underground. Qui, dove le correnti sotterranee e i gruppi votati alla sperimentazione preparavano la loro ascesa sulla scena indipendente nazionale e internazionale, la mostraPHOTOSHOT Fotografia in Posa vuole far rivivere lo spirito dell'incontro, la possibilità di inedite collaborazioni, la tensione multidisciplinare che anima immagine, teatro, poesia, musica. Una foto di classe, tutti in posa e, insieme, un sorso, un assaggio di libertà: per ripetersi, modificati dal confronto, nello stesso luogo e in altri momenti e situazioni. Per aprire, puntare e fissare l'obiettivo futuro!
Un'installazione a muro di più di venti opere fotografiche di artisti di diverso stile e provenienza, per un allestimento polifonico che sarà protagonista e, allo stesso tempo, scenario di una serie di eventi artistici: lo spettacolo teatrale A.T. di Martina Manera, le voci dei poeti torinesi con RADIOBLUENOTE – Mixtape di Poesia e l'atto poetico Induzioni Interrotte a cura di Davide Bava per la serata del 25 novembre dalle 21.00.

Mise en abyme, fotografia pre-testuale per uno scatto di gruppo in un locale storico, il Doctor Sax, sulle orme delle avanguardie musicali, teatrali, visive e poetiche degli Anni Settanta e Ottanta. Una foto di classe, ricognizione generazionale, PHOTOSHOT, per mezzo dell'applicazione concreta, nel lavoro di allestimento e libera associazione sensibile e iconografica, di una serie di giochi del linguaggio, guizzi, motti di spirito, finalizzati a composizioni collettive che sembrerebbero trarre impulso dalla stessa capacità polisemica della parola shot: inquadratura, scatto, sorso, sparo e colpo.
La fotografia, fondandosi necessariamente all’interno della dialettica tra atto irripetibile e memoria, basa sulla contraddittorietà il proprio carattere di arte contemporanea per eccellenza. Mostrandoci ciò che è stato, non soltanto conserva, ma ci fa percepire la caducità di ogni istante. La vita si estingue nel momento immortalante, si congela: ne rimangono le infinite possibilità di lettura, i diversi livelli di interpretazione.
Per abitare le nostre coscienze, in questo modo, ogni creazione potrà produrre una trascendenza, attraverso il baratro significante della simulazione e della scommessa linguistica, della finzione dissimulata, del progetto iniziale svelato e riproposto con ironia, autenticità, vivacità. Nell’attesa dell’avvento di queste condizioni, l’opera si porrà come fatto ludico e teatrale, musicale e poetico, da vivere insieme sul momento, in dialogo e confronto proficuo tra tematiche, forme, contenuti riaffioranti. Salvaguardando il proprio orizzonte, svincolandosi dall’alternarsi delle stagioni, l'immagine conquisterà, tanto pazientemente quanto liberamente, il proprio spazio nella percezione di ogni futuro spettatore.
Ivan Fassio + Amalia de Bernardis

Simone Mussat Sartor per PHOTOSHOT




venerdì 21 ottobre 2016

0.0_dialogo sulla fotografia contemporanea

a cura di amalia de bernardis + ivan fassio

Una Mostra con
Greta Bertino, Davide Bonaiti, Vincenzo Bruno, Fulvio Colangelo, Marco Corongi,
Marco Da Rold, Gigi Galli, Andrea Massarelli, Ester Pairona, Adriano Paltrinieri,
Hermann Reiter, Cosimo Savina, Roberta Toscano, Erminio Vanzan

GoTo Gallery
via Giorgio Bidone, 16
Torino
Inaugurazione venerdì 28 ottobre 2016 ore 18.30
fino al 10 novembre 2016
tutti i giorni dalle 12 alle 16, in altri orari su appuntamento
ingresso libero
per informazioni
3484612543 – 3382270563

La sfaccettatura è, di fatto, precisa: tagliata dal tempo ché, sicura, è diventata più lenta la mano. Se oltre si pone, o di fronte, lo scavo cercato per quel che non c'è, d'immediato, sul senso; sondare si deve, di fianco, la parte da dove, ignoto, nessuno è mai stato al presente: allora sapere è un bisogno. Così nasce la scienza. La fotografia illumina i sogni, quando sotto son scritte le ossa. Dalle arcate già rotte, che spendono cerchi di luce, allo sguardo curioso di chi morti un milione ne piange, stanno i forti a sperare preziosa la roccia. Questa, una volta spezzata, un po' prima ghiacciata, sulla cima dell'angolo, resta visione: era materia più corta, ma anima cruda, anche com'era in miniera: carbone.
i.f.


I)

Catturare, allo stesso tempo, il soggetto e il suo travaglio: gli accenni di tutto il tempo passato e il mistero della nascita, l'enigma del divenire. È il compito del ritrattista, la battaglia dell'artista.
La pratica estetica, continuamente, fa immagini: nella scrittura, nella musica, nella pittura. Questa creazione non ha nulla a che fare con fantasia o ricordi, con determinazioni necessariamente sensibili. Al contrario, la figura può essere intesa e percepita nella nudità di un concetto, nel sentore di una predizione, nella purezza di un contenuto, nel funzionamento di una formula: è la rappresentazione che rimane impressa nelle profondità encefaliche, che solca il nostro inconscio. La fotografia, in quanto trascrizione della luce, ci dà sempre a priori un'illusione di verità, richiedendoci una sospensione dell'incredulità. Sebbene non possa essere definita in termini di verosimiglianza, poiché ogni scatto presuppone una scelta di inquadrature e sottintende un punto di vista, essa richiede un assenso preventivo. I dipinti, nel corso del secolo, ne hanno succhiato l'illuminazione, assimilato la definizione.


II)

La riconoscibilità del nostro profilo è il risultato di un compromesso tra spirito e vita. Paghiamo il conto, per tanta consuetudine, ad un’economia che ci piega: percepiamo, in questo modo, ciò che conviene, inconsapevolmente. Come per un nome, la figura si fa linguaggio – ci chiamiamo attraverso i lineamenti sgrossati, utilizzando le fattezze stilizzate. Ci somigliamo definitivamente, diventiamo noi stessi e coincidiamo con le sommarie parole che ci definiscono: le nostre generalità, appunto. Ci rincorriamo nel deserto come nella fotografia, tanto nella città concreta quanto nella parcellizzazione informatica, eludendo il tremendo pericolo della scena impossibile, del gesto inconcludente, dell’irriconoscibilità del cambiamento radicale.

III)

L’opera d’arte nasce al servizio di un rituale. Tenta di scongiurare la morte e proteggere l’attimo dallo scorrere del tempo. Per abitare le nostre coscienze e per scavare nel nostro linguaggio, in questo modo, ogni creazione deve produrre una trascendenza. Nell’attesa di questo avvento, l’opera si impone come fatto spirituale: gioco, teatro, religione. Salvaguardando il proprio orizzonte dall’alternarsi delle stagioni, conquista pazientemente il proprio spazio nella percezione di ogni possibile –futuribile – spettatore.
La fotografia, nel suo fondarsi all’interno della dialettica tra atto irripetibile e memoria, basa sulla contraddittorietà il proprio carattere di arte contemporanea. Mostrandoci ciò che è stato, non soltanto conserva, ma ci fa percepire la caducità di ogni istante. La vita si estingue nel momento dello scatto, si congela: ne rimangono le infinite possibilità di lettura, i diversi livelli di interpretazione.
Dall’immagine fotografica, allo stesso modo, si libera l’incolmabile divario tra vita e eternità. Amore e morte restano le facce di una stessa moneta nella fatalità dell’atto sacrificale, nel gioco della sensualità, nel fascino o nella disarmonia del gesto teatrale.

Ivan Fassio







venerdì 14 ottobre 2016

Videoinstallazioni di Sandro Sandri. In attesa di FIATO @ Doctor Sax, 26-28 ottobre 2016



Sandro Sandri, still from video, Corpus n°1 - Parte 2


In occasione dell'imminente FIATO
 - videoinstallazioni di Sandro Sandri - azioni visive - improvvisazioni - 
dal 26 al 28 ottobre 2016
 presso il Doctror Sax, murazzi lato sx, Torino, 
riproponiamo un testo dedicato ai video di Sandro Sandri 
presentati al Doctor Sax a giugno 2016 per Corpus n°1 Parte 2

Col tempo costruiamo un moto scandito da palpiti e sussulti. Erigiamo un ritmo su imperfezioni così capillari, che una lucida e distinta percezione basterebbe a farci ricredere sulla plausibilità di ogni costruzione di pensiero. A questo modo, il mondo si distribuisce lentamente e affettivamente al nostro interno, allineandosi ad una retta giustificatoria, immaginaria nella migliore delle ipotesi. Così, nella notte dei tempi, i profeti iniziarono i loro lunghi periodi con tutte le locuzioni della lontananza. Proprio come noi, comunicativi per difetto, che oggi li celebriamo con devozione mista a disincanto: siamo tornati genitori di mancanze, nostalgie, malinconie.
Ecco che dal mestolo dell'antenato cola ancora un flusso insperato di calore, assurdo refrigerio per l'esofago di ogni condannato.
Come avevamo predetto, il creato è invece una fusione sintetica, dove la soluzione più semplice è inevitabilmente adottata: a partire dalla luce per le stelle, transitando dal magma fino alla terra, spigolo consunto di roccia, calco della carne, incubatoio delle acque.


Ivan Fassio per Sandro Sandri, Corpus n°1 Parte 2, 2016, a cura di Amalia de Bernardis + i.f.






domenica 5 aprile 2015

L'Arte e la Primavera

Una Ballata in Tre Strofe per Rossana Campo


La bellezza dell’età di giovinezza è un po' una primavera: il vento forte rovescia il verde delle foglie. Dando il dorso, queste rivelano dell’albero un lato misterioso: che pare bianco di paura... Questo percepivo nell'infanzia e, più avanti, nell'adolescenza: allora, era dura introversione, quando vivevo in piena campagna, nell'inquieta incoscienza di ragazzo...

Due settimane fa, al Caffè degli Artisti di Torino, mi s'avvicina una bambina di tre anni. Mi dice del suo sogno di strozzare il fratellino e farlo a pezzi. Mi parla della morte: si prenderà cura del cadavere condendolo col vino, un po' di zucchero, le violette del pensiero, per infornarlo, infine, a mo' di sepoltura. La cottura durerà il tempo d'un funerale, d'una processione. Il piatto, presentato in tavola tutto bruciacchiato, farà ridere! Dell'amore la bimba non racconta. Se, incuriosito, chiedo spiegazioni, fa una smorfia e si pulisce la bocca, si stizzisce. Bleah, che schifo!
I corpi, a quell'età, sembrano fatti per essere indagati, con quel misto d'interesse e repulsione: l'erotismo. I peli ed i capelli, perché li possediamo? Se ci sono già gli ombrelli e i pantaloni, sarebbe ora d'emanciparsi e farne a meno. A che cosa serve un mignolo? Quale mistero s'annida negli organi che abbiamo?
Io vago con la mente: “Da ragazzo amavo l'arte e la scrittura, ma non subivo ambienti soffocanti intorno a me: sapevo respirare, raccontare, colorare! A Torino non so stare, vorrei un evento nuovo, innocente, un'esposizione personale!”... e penso ad una mostra di dipinti creati dai bambini, intitolata “Corpi crudi, corpi cotti”, da presentare in galleria, sul valore delle pance e delle braccia, sulle case e l'abitare, sui fiori senza nome, sulle rose e sulle viole: le più riconoscibili e facili da ricordare.

Per coincidenza, il giorno dopo, Emanuela mi invia un testo su Rossana Campo. Mi ricordo, rileggendolo, che per scrivere e inventare c'è ancora chi utilizza le emozioni. C'è ancora chi si avvale di grammatiche istintive, ricavate dalla propria biologica esperienza, nativa e personale, per indicare con stupore la zona sottostante alla superficialità dell'ordinario, per immergersi nel flusso della civiltà contemporanea e ripescare dal fondale la libertà dell'uomo puro. Rossana Campo non disegna come una bambina, ricorre all'immaginario sorgivo dell'infanzia – che in sé tutto contiene: la nascita e la morte, gli incontri ed i rapporti, il timore e la speranza – per filtrare nei colori la forza di una semplice domanda: il perché dell'esistenza. Allora, prima di iniziare uno scritto su queste opere empatiche e perturbanti, ironiche e sincere, ho deciso che andrò a Genova, in una sera d'aprile, per osservarle alla Galleria Pinta, con la scusa dell'arte e del vento di primavera...



Ivan Fassio




martedì 20 gennaio 2015

P R E L U D I O A U R O R A L E

Esposizione Combinatoria a cura di Ivan Fassio
Coordinamento di Pintapiuma

Con Paola Bisio, Alessandro Cavalli, Giovanna Cavallo, Jean-Paul Charles,
Walter Di Giusto, Agnese Gem TS, Tiziana Inversi, Bartolomeo Migliore, Bruno Repetto,
Roberta Toscano, Max Valle


Inaugurazione: sabato 23 gennaio 2015, 18:00
fino al 23 febbraio
dal martedì al venerdì: 16 - 19
Galleria PINTA
Via Borgo degli Incrociati, 72 rosso
16137 Genova


Scrivo questo testo prima di essermi svegliato, nella pausa tragicomica inscenata dall'insonnia. Mi rendo conto, rileggendolo, che è banale, inattuale. Non c'è niente di vero in ciò che viviamo, tranne l'asincronia necessaria che siamo in grado di ignorare. Allo stesso modo, niente è plausibile nelle situazioni che sogniamo: magica illusione, indispensabile scissione. Appesi alla noia che dissimuliamo, attendiamo ignari. Nulla ci dobbiamo aspettare da nessuna visione. Realtà è davvero sperare, superare il fenomenico: l'insorgere fàtico dell'umore animale: dobbiamo dire.
Questo preludio aurorale è l'emersione dal limite esistenziale, dove ciò che si chiede equivarrebbe a dare, quando ciò che si chiude converrebbe aprire... Non lo sappiamo e non lo sappiamo fare... Ordiniamo da una situazione iniziale, profittatori affamati alla mensa del signore: siamo stati bene e male, siamo in una condizione da salvare. Qui ci aggrappiamo con unghie insanguinate, ad una tavola che crediamo imbandita per la nostra vita, per la nostra consuetudine appagata. Uniche meraviglie destinate alla presenza, costrette a testimoniare, in dolce affanno alla vista del mare, in trepidante e ingannatrice commozione, per il triste malanno dell'inquietudine... Quando mai i tempi cambieranno?
Quando saremo capaci d'inventare!


Ivan Fassio
Paola Bisio per Preludio Aurorale, Il Tappeto Volante

Jean-Paul Charles per Preludio Aurorale