Michelangelo Castagnotto, 2011, La Macchina della Lettura, photo by Piero Ottaviano |
Le macchine svelate propongono un viaggio alle radici dei processi di fruizione dell’arte. Dove l’estetica riprende possesso, attraverso un percorso di riflessione su logica e senso, della propria originaria accezione di pratica
L'opera d'arte passa attraverso il tempo custodendo un suo linguaggio immanente: un potenziale di espressione ed efficacia estatiche. Suscita, contingentemente, un'esperienza di questo tipo ogni volta che rivive in un dominio individuale. Perché ciò accada, occorre che si inneschi una relazione tra arte e spettatore. Il risultato di questo rapporto non dipende da una particolare disposizione trascendentale della composizione artistica, ma si esplica nell'operazione stessa: incontro e attribuzione all'opera di un particolare valore. L’estetica può essere intesa, in accordo con le stesse radici etimologiche del termine, come una pratica sensibile di incontro e discussione.
Da queste premesse muove la proposta delle opere di Michelangelo Castagnotto. Le macchine, in mostra alla galleria Gagliardi Art System di Torino, sono dispositivi che utilizzano, per essere svelati, gli stessi meccanismi rituali di accesso all’opera. I prototipi si affacciano in un orizzonte assoluto di oggettivazione e, nelle simulazioni che propongono, rimandano ai fondamenti dei processi stilistici.
Il Baule, con le azioni pretestuali che impone allo spettatore, ricrea i modi funzionali di ricezione della pittura. Quest’ultima è intesa come forma artistica dotata della sua grammatica interna: atto di ispirazione e testimonianza individuale. In questo modo, tuttavia, cessa di essere linguaggio assoluto tradizionale per porsi come risultato di un’operazione dialettica di avvicinamento privilegiato e rituale.
La Macchina della Lettura sposta l’attenzione dal significato del linguaggio all’operazione sensibile del leggere: una sorta di estetica della logica e del senso, in cui ogni significato, proprio perché spogliato della propria valenza testuale, tende a riflettere tautologicamente su se stesso.
La Macchina per la Lettura dei Sassi è dispositivo di significazione di ogni lancio, vero e proprio esperimento aleatorio. L’atto è inteso come gesto rituale. Si tratta, ancora una volta, di una pratica che, qualunque sia la disposizione finale dei sassi scagliati, trova la propria ragion d’essere al suo stesso interno.
Ivan Fassio, Exibart
Michelangelo Castagnotto, Il Baule, 2010, photo by Paolo Pellion di Persano |
Dal 10 febbraio al 24 marzo 2012
Michelangelo Castagnotto – Le Macchine Svelate
Gagliardi Art System
Via Cervino 16
10155 Torino
Orari: mar/sab h. 15.30/19.00
Ingresso libero
t. +39 011 19700031
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