martedì 7 febbraio 2012

Quaderni del Collezionismo. Un work in progress, tra teoria dell'arte ed editoria, strettamente legato agli eventi della Pinacoteca Agnelli


Una collana saprà delineare la fenomenologia di ragioni soggettive e sociali del collezionismo. Johan & Levi propone interviste e dibattiti tra collezionisti, appassionati d'arte e personaggi della cultura



Conversazione tra A. Schwarz e P. Levi, foto S. Gazzola – courtesy Pinacoteca Agnelli  
I Quaderni del Collezionismo, inaugurati quest'anno dalla casa editrice Johan & Levi in collaborazione con la Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, offriranno la possibilità di approfondire, a livello teorico, le ragioni profonde e le implicazioni sociali del collezionismo contemporaneo. L'indagine su questo tema si radica nella storia dei fondatori della Pinacoteca e, già dal primo volume, analizza il collezionismo da svariati punti di vista: questioni psicologiche, ricerca di crescita personale, valori storici e culturali, rapporti economici tra privati ed istituzioni. Ne parliamo con Micaela Acquistapace, direttrice della Johan & Levi Editore.


I.F.: La prima intervista dei Quaderni del Collezionismo è un colloquio tra Arturo Schwarz, poeta collezionista, e Paolo Levi, critico d'arte. In questo intervento, la collezione viene intesa come creazione di una grande Biblioteca, sempre in divenire, in cui gusto personale e valori storici e sociali si intersecano. Promuovere una riflessione di questo tipo può aprire, per una casa editrice, nuove strade verso una produzione di libri da collezionare o, comunque, di pubblicazioni seminali dal punto di vista storico?
M.A.: Per chiunque ami i libri, questi oggetti diventano parte di un vissuto e di un bagaglio di fatto inseparabile dalla vita quotidiana, forse la prima forma di collezione privata che ciascuno di noi sviluppa nel corso della vita. Johan & Levi si è sempre posta come obiettivo la realizzazione di progetti “unici”, per contenuto, progettazione e qualità di produzione, che mirano a colmare un vuoto storico. Ne sono esempi il volume dedicato alla mostra di Keith Haring a Milano nel 1984, il libro fotografico di Mimmo Jodice che celebra Roma, o la recente antologia degli scritti di Clement Greenberg.
I.F.: Johan & Levi è giovane casa editrice che collabora con artisti, curatori e personaggi della cultura per proporre un approccio sperimentale ed innovativo al mondo dell'arte. I Quaderni del Collezionismo usciranno due volte l'anno e contribuiranno, inoltre, all'arricchimento della Biblioteca che, da febbraio 2010, affianca il Museo della Pinacoteca Agnelli. Quale posto occupano queste pubblicazioni, a livello progettuale, all'interno della linea editoriale della vostra linea editoriale? Saranno pretesto per eventuali altre collane dedicate a collezioni di particolare valenza culturale?
M.A.: I Quaderni del Collezionismo si inseriscono in un percorso che Johan & Levi ha dedicato al collezionismo e ai fenomeni economici che ruotano attorno al mondo dell’arte e mirano a dare un corpo a testimonianze preziose che sarebbero altrimenti andate perse. Il valore delle voci dei protagonisti del mondo del collezionismo italiano connota anche il volume di prossima uscita curato da Adriana Polveroni e Marianna Agliottone, Il piacere dell’arte – Pratica e fenomenologia del collezionismo contemporaneo in Italia. Le autrici si sono confrontate con la realtà italiana del collezionismo di arte contemporanea e moderna, tracciandone per la prima volta i contorni: dai cenni storici alle pratiche odierne (su cui sempre più si innestano i nuovi media e le nuove tecnologie, che devono però fare i conti con un fenomeno estremamente “fisico” e istintivo), dalle varie identità che il “collezionista” assume (privato, azienda, fondazione ecc.), fino al rapporto con le istituzioni, elemento che caratterizza la realtà italiana in modo peculiare, senza tralasciare una panoramica dei principali aspetti legali e fiscali. Il tutto supportato dalla testimonianza di alcune figure di spicco del collezionismo italiano che con la loro esperienza diretta completano il saggio. Che il collezionare sia anche una forma d’arte è ormai riconosciuto ed Elio Grazioli approfondisce questo tema dal punto di vista degli artisti. Nel suo volume La collezione come forma d’arte, in uscita nel prossimo anno, Grazioli esamina come le collezioni, a partire dai cabinet e dalle Wunderkammern, siano state parte del lavoro degli artisti e come anche oggi la raccolta sistematica di oggetti rientri nella pratica di molti esponenti del mondo dell’arte, che lavorano proprio sull’idea di accumulazione, archiviazione, categorizzazione ed esposizione.
I.F.: Le conversazioni che hanno informato questa prima pubblicazione si sono svolte durante il 2010, in concomitanza con conferenze, mostre ed esposizioni, nella Sala di Consultazione della Pinacoteca Agnelli. Possiamo anticipare ai nostri lettori alcuni degli eventi che, sotto forma di interviste, confluiranno nei prossimi numeri della collana a partire dal 2011?
M.A.: Il prossimo incontro, a dicembre, riguarderà Giorgio Maffei e la sua collezione di libri d’artista. Oltre alle conversazioni che fisicamente si tengono presso la Pinacoteca, tuttavia, i Quaderni ospiteranno le interviste che critici, curatori e giornalisti vicini alla Pinacoteca e alla Casa editrice stanno effettuando in giro per il mondo per portare a noi esperienze internazionali di grande valore: ma queste non potranno che essere un regalo a sorpresa per i lettori. 


Ivan Fassio (fonte: Exibart on Paper)

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